I PARA’ IN FESTA CON LA RUSSA, IERI HANNO RICORDATO LA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN
Ospiti d’eccezione ieri alla Caserma Vannucci di Livorno per la commemorazione del 68mo anniversario della battaglia di El Alamein, che vide gli uomini della Folgore compiere atti di estremo valore: il ministro Ignazio La Russa e il capo di Stato Maggiore Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Valotto hanno infatti partecipato alle celebrazioni della festa dei paracadutisti. Ad accogliere il Ministro della Difesa, davanti ai reparti schierati – 1200 militari in armi – ed ai labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e di tutte le province toscane, è stato il neo comandante colonnello Masiello. Acceso il braciere e depositata una corona d’alloro al monumento al paracadutista è stato poi reso onore alle vittime, tra le quali è stato ricordato il capitano Alessandro Romani ucciso in Afghanistan. ”Sono qui, davanti ai reggimenti della Folgore, la leggenda delle nostre forze armate, – ha detto il Ministro della Difesa – perchè voglio rendere omaggio a tutti i nostri caduti. Quelli che hanno perso la vita per adempiere al loro giuramento e per rendere più sicure le nostre case e le nostre famiglie”. “I nostri soldati – ha proseguito – rischiano ogni giorno la vita nei teatri internazionali e qualche volta la sacrificano alla patria”. Un doloroso, e affettuoso, ricordo quello del ministro per tutti i caduti, accompagnato dal Silenzio e dal “Sui monti e sul mar”, ricordando che “i parà non sono solo il colore amaranto del basco che indossano, ma il cuore, il coraggio, i mezzi e l’addestramento”. Uomini sempre all’altezza dei compiti affidatigli nelle varie missioni di pace in paesi martoriati dalla guerra. A margine della celebrazione, il ministro La Russa ha poi ricordato la recente vicenda dei fischi rivolti dai tifosi livornesi mentre allo stadio si stava osservando un minuto di silenzio alla memoria del tenente dei parà della Folgore Sandro Romani rimasto vittima di un attentato in Afghanistan: ”Livorno ama la Folgore, e a parte pochi, la maggioranza dei livornesi è consapevole di avere in città l’eccellenza dell’Esercito”. “Onore alla Folgore”, quindi, che è già pronta ad iniziare un nuovo ciclo addestrativo in vista della prossima missione nella zona ovest dell’Afghanistan.
“BASTA UN POCO DI ZUCCHERO…” E LA MAGIA DEI CARRI DEL CARNEVALE!
Letizia Tassinari
NAZIFA ALLA 46MA BRIGATA AEREA PER SALUTARE I SUOI “AMICI DEL CIELO”
Nazifa era affetta da un linfoma di Hodgkin ormai al quarto stadio. Il linfoma di Hodgkin è una malattia che si presenta generalmente all’esordio con un ingrossamento dei linfonodi, soprattutto di quelli della regione cervicale (70-80 per cento dei casi); in questo caso si sentono, dietro il collo, dei rigonfiamenti duri, non dolenti, che possono aderire ai tessuti profondi, ma che si muovono rispetto alla pelle che li ricopre. Dalla foto di repertorio si può capire meglio quali fossero le condizioni della bambina nel luglio di due anni fa quando fu imbarcata sul C 130J della 46ª Brigata Aerea. Immagini strazianti, di una massa enorme che la sfigurava.
Data la gravità delle sue condizioni, Nazifa era stata trasportata d’urgenza con il velivolo della Brigata e, una volta arrivata in Italia, era stata trasferita presso l’Ospedale di S. Orsola a Bologna. Iniziava così un lungo periodo di cure e di attenzioni da parte soprattutto della famiglia che l’ha ospitata per tutto questo tempo. E’ la famiglia di Roberto Faccani, comandante dei Vigili Urbani di Bagnocavallo di Romagna in provincia di Ravenna nonché capo della Protezione Civile della Bassa Romagna, che dal 1995 collabora con le Forze Armate nei programmi cosiddetti di C.I.M.I.C., ossia quelle attività di ricostruzione delle strutture civili di paesi dilaniati da conflitti messe in opera da organizzazioni governative e non governative in cooperazione con i contingenti militari rischierati.
Roberto Faccani ha alle spalle una grande esperienza di missioni di questo tipo e quando ha incontrato Nazifa e la sua famiglia ad Herat, si è reso immediatamente conto che era necessario fare subito qualcosa per salvare la vita della bimba. In brevissimo tempo sono stati quindi messi a punto i coordinamenti, con il governo afgano e quello italiano, per avere le autorizzazioni necessarie al trasporto nel nostro paese della piccola paziente. Nel frattempo l’ospedale S. Orsola di Bologna era già in allerta. Ed è stato così che è iniziato il viaggio della speranza per Nazifa, a bordo del C 130J della 46ª Brigata Aerea.
Un viaggio che la bambina non ha mai dimenticato: a bordo del velivolo, durante le lunghe ore di volo, il personale pilota e specialista non l’ha mai abbandonata e l’ha letteralmente avvolta di attenzioni e tenerezza. Trascorre così un anno e mezzo.
Poi il 23 novembre del 2009 il tragico schianto al suolo di un C 130J della 46ª Brigata Aerea, per cause ancora in corso di accertamento. Il 25 novembre 2009 i sanitari del S. Orsola dichiarano Nazifa clinicamente guarita. Nazifa, che nel frattempo ha imparato l’italiano alla perfezione e frequenta la scuola elementare “Francesco Berti” di Bagnocavallo, guarda la televisione e vede l’immagine di quell’aereo con cui è arrivata in Italia e che non ha mai dimenticato. Nazifa non perde tempo e subito chiede a Roberto di poter venire a Pisa per salutare i suoi amici e per portare dei fiori ed un bigliettino in cui scriverà, con calligrafia incerta, “ciao, vi voglio bene”.
Nazifa oggi è una bambina guarita, ma soprattutto è una bambina sorridente, serena e con tanta voglia di vivere. Ha imparato a giocare a dama, a scacchi, a carte, ha le sue amichette del cuore, Sara e Giulia e con loro guarda i cartoni animati e coltiva una particolare passione per Hello Kitti e per le Wings. Parla con un simpatico accento romagnolo e racconta della sua famiglia rimasta ad attenderla in Afghanistan. Un papà, una mamma, una sorella e cinque fratelli, tutti più grandi di lei.
Oggi Nazifa, a poche settimane dal giorno in cui partirà nuovamente per Herat per sempre, è voluta venire a passare una giornata insieme ai suoi amici del cielo della 46ª Brigata Aerea. Ad accoglierla il generale di Brigata Aerea Stefano Fort, comandante della base pisana, e tanto personale che l’ha coccolata per tutto il giorno. Una giornata passata prima al simulatore di volo del C 130J con il capitano istruttore Luciano Boria, poi subito in pista per toccare con mano il velivolo. A bordo, oltre a ricevere in regalo una piccola lampadina a led dal maresciallo Enrico Giannini, una breve “lezione di volo” ad un’allieva molto attenta e curiosa. Quando ha salutato la bambina, il maresciallo Giannini, visibilmente felice, ha detto che “Nazifa è la dimostrazione vivente che si può fare tanto semplicemente con il proprio mestiere e che lei e tante altre persone come lei rappresentano la “benzina” che carica e motiva più di ogni altra cosa per dare sempre il meglio”. Poi una gita in Piazza dei Miracoli, accompagnata dal tenente colonnello Franco Fiorentini per visitare il Duomo e la Torre pendente. Infine il pranzo al tavolo con il generale Fort e poi di nuovo a Bagnocavallo con Roberto Faccani.
Il generale ha ringraziato Roberto Faccani e “quanti come lui si adoperano ogni giorno per offrire una possibilità a chi ha più bisogno dicendosi orgoglioso di rappresentare tutti gli uomini e le donne posti sotto la sua responsabilità che, nel loro volare quotidiano in ogni parte del mondo, mettono quel qualcosa in più che può essere importante nel destino di una vita”.
Appena ieri e rientrato a Pisa il C 130J che ha trasportato ad Haiti l’ospedale da campo messo a disposizione dal Governo italiano per la popolazione locale così duramente colpita dal sisma della scorsa settimana.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.